Cos’è l’ipnosi e quando è davvero efficace

L'ipnosi è riconosciuta come una vera e propria pratica clinica, che può essere svolta da medici e psicoterapeuti. Quando conviene farvi ricorso?

Riguardo all’ipnosi, una cosa è certa: le leggende metropolitane e le informazioni errate che molto spesso le vengono accostate l’hanno resa una pratica guardata oggi con diffidenza e scetticismo. Quante volte in film, libri o serie tv tale pratica viene utilizzata per manipolare e far compiere alle persone azioni contro la loro volontà?

Ebbene, anche se nel mondo della fantasia tutto è permesso, la realtà riguardo all’ipnosi è piuttosto diversa. In primo luogo, è necessario sapere che l’ipnosi è conosciuta in ambito clinico e psicoterapeutico come “psicoterapia ipnotica” ed è un percorso attuabile esclusivamente da psicologi e medici, i quali devono necessariamente essersi specializzati presso una scuola quadriennale di Psicoterapia Ipnotica, riconosciuta dal Ministero dell’Istruzione e della Ricerca. Chi si rivolge ad uno di questi specialisti con l’intenzione di intraprendere una cura tramite ipnosi quindi, è in buone mani. Ma quando è consigliato farlo? Esistono moltissimi disturbi che è possibile curare tramite l’ipnosi, anche molto diversi fra loro.

Ipnosi: per quali disturbi è indicata?

La legge italiana definisce l’ipnosi clinica come un vero e proprio tipo di intervento sanitario, sia esso volto alla cura della mente (intervento psicoterapeutico), o a quella del corpo. In questo secondo caso infatti, l’ipnosi è per esempio utilizzata per la terapia del dolore. Ma vediamo più nel dettaglio per la risoluzione di quali disturbi l’ipnosi è ritenuta maggiormente efficace:

  1. Disturbi d’ansia
  2. Stress
  3. Fobie di varia natura
  4. Dipendenze (anche dal fumo di sigaretta)
  5. Disturbi alimentari
  6. Alleviamento di dolore cronico

Lo scopo dell’ipnosi è quello di abbassare in modo controllato e guidato le difese normalmente innalzate dalla mente. Ciò permetterebbe al paziente di entrare in contatto con la parte più profonda della propria interiorità, in modo da rendere accessibili esperienze, ricordi ed emozioni normalmente dimenticati o sottovalutati durante lo stato di veglia.

Sfruttando lievi alterazioni della coscienza ottenute grazie all’uso del linguaggio, l’ipnotista può suggerire delle vie di soluzione all’inconscio del paziente, aggirando le normali resistenze che si oppongono al cambiamento e alla soluzione di problemi.

Chi può fare ricorso all’ipnosi?

In linea generale, chiunque può iniziare un percorso di terapia ipnotica. Molti dei pazienti che si sono avvalsi dell’ipnosi per alleviare la propria sofferenza hanno descritto questa pratica come un processo naturale, privo quindi di quei risvolti negativi come la manipolazione da parte del terapeuta o la perdita di capacità decisionale. Una delle paure più diffuse riguardo all’ipnosi è inoltre quella di non riuscire, una volta raggiunto uno stato di trance, a tornare alla vita reale. Anche questo fatto è contraddetto dall’evidenza clinica: il raggiungimento dello stato di trance infatti, dipende dal tipo di terapia che si intende attuare. Naturalmente ogni paziente viene informato, durante le prime sedute, delle possibili conseguenze e dei meccanismi legati al tipo di percorso intrapreso.

Quando è sconsigliata?

L’ipnosi è fortemente sconsigliata in caso di terapia di pazienti psicotici o comunque affetti da gravi disturbi psichiatrici. In questi individui infatti l’inducibilità ipnotica è molto bassa, e il fondamento stesso della creazione di un rapporto di fiducia fra il terapista e il paziente viene facilmente meno. Un fatto da tenere sempre a mente è il seguente: rivolgersi a uno specialista dell’ipnosi deve sempre essere una scelta basata sulla convinzione personale. Bisogna infatti diffidare di tutti coloro i quali suggeriscono percorsi simili senza possedere i titoli e i requisiti professionali richiesti, evitando così di imbattersi in truffatori o situazioni che possono creare danni per la salute.

Scritto da Flavia Ferrero

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