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È risaputo che le droghe fanno male. Non si dovrebbe fare differenza tra droghe leggere e pesanti; perché tutte le droghe interagiscono in maniera negativa con l’organismo e possono arrecargli un danno. L’ultima scoperta riguarda la cannabis. Si proprio così: secondo recenti studi, risulterebbe nociva per la salute; in particolar modo per l’apparato riproduttivo maschile. Il consumo di marijuana, a lungo andare, potrebbe interferire con la formazione degli spermatozoi. Questa affermazione è il risultato di uno studio effettuato da un gruppo di ricercatori del Cnr e dell’Universita’ di Roma Tor Vergata.
Relazione tra infertilità maschile e cannabis
Quando una coppia cerca di avere un bambino, ma riscontra una serie di difficoltà; solitamente nel 50% dei casi il mancato concepimento è dovuto all’infertilità maschile. Dunque l’infertilità maschile può essere il risultato di una combinazione di fattori diversi: in alcuni casi il problema consiste in fattori genetici oggettivi e in malattie, come ad esempio l’anaeiaculazione che consiste nell’assenza di liquido seminale; frequente nei soggetti maschili con problemi spinali. In molti altri casi, come abbiamo accennato prima, è causata da fattori esterni come inquinamento, stress, stile di vita e regime alimentare scorretti e, quello che più ci interessa in questo momento, il consumo di cannabis.
Vediamo ora di concentrarci sui possibili effetti negativi di questa sostanza sull’apparato riproduttivo maschile. Sebbene, al contrario delle droghe pesanti, la marijuana non crei dipendenza fisica, recenti studi hanno provato che a lungo termine può recare danni all’organismo e causare la sterilità. Uno studio condotto dagli scienziati dell’Università di Buffalo ha scoperto un sistema di segnalazione cellulare negli spermatozoi; il quale utilizza come messaggeri alcuni cannabinoidi tra cui il Tch, presente appunto nella marijuana. Stando a questa scoperta, il Tch agirebbe sullo sperma maschile sovraccaricandone il naturale sistema di regolazione, fino a causare l’infertilità.
Anche in Italia sono stati condotti degli studi a riguardo, grazie a degli esperimenti sui topi. Ricerca nata dalla collaborazione tra i ricercatori del Consiglio Nazionale delle Ricerche, l’Istituto di chimica biomolecolare, di cibernetica, di biochimica delle proteine e dell’Università di Roma di Tor Vergata, dimostra come il sistema su cui agisce la marijuana (endocannabinoide) sia implicato nel processo di spermatogenesi. Secondo questo studio, in soggetti con normale corredo cromosomico; fenomeni di oligozoospermia o azoospermia (diminuzione o assenza del numero di spermatozoi) potrebbero essere indotti dall’abuso di cannabis.
Gene Faah e possibili rimedi per l’infertilità
Occorre precisare che non tutti i soggetti reagiscono alla stesso modo all’abuso di cannabis, in quanto in alcuni casi l’organismo sviluppa una certa resistenza alla sostanza; perciò alcuni soggetti sono di base più propensi all’infertilità di altri. Detto ciò, sembra utile approfondire un altro aspetto sempre legato all’apparato riproduttivo maschile e all’abuso di marijuana. Il gene Faah contiene l’anandamine; ovvero un endocannabinoide, vale a dire una sostanza prodotta dal nostro organismo e che reagisce con i recettori della cannabis, con il risultato finale di simularne gli effetti. Cosa comporta? L’inibizione di Faah porta a un aumento di anandamine nell’apparato sessuale, il quale a sua volta ha il merito di diminuire la capacità di azione degli spermatozoi. Dunque la marijuana, comportandosi come l’anandamine, è in grado di indurre l’infertilità.
Ora vediamo insieme, se ci sono e quali sono, le possibili soluzioni per affrontare l’infertilità maschile. In caso di un uso prolungato di sostanze dannose per l’organismo, fortunatamente ci sono dei rimedi. Ovvero dei prodotti per la fertilità che possono aiutare tutte le coppie desiderose di avere un figlio; dalle confezioni in pillole agli integratori e prodotti specifici, del tutto naturali, che agiscono in maniera mirata sul problema.
Come prevenire l’infertilità? In questo caso, il modo migliore per prevenire questa spiacevole situazione è moderare, e ancora meglio interrompere, il consumo di cannabis. A parte ciò, ci sono diversi modi che cercheremo di vedere insieme. Come prima cosa, universalmente valida per qualsiasi tipo di prevenzione, una corretta alimentazione e un corretto stile di vita: sigarette, obesità e consumo eccessivo di alcol sono tra i maggiori fattori che predispongono alla sterilità maschile, e anche femminile. Inoltre è sempre bene fare attenzione e assicurarsi di praticare rapporti sessuali protetti; in quanto malattie come gonorrea a clamidia, se trascurate, possono indurre sterilità.
A chi rivolgersi in questi casi
La figura di riferimento, ovvero quella che si occupa specificatamente della salute riproduttiva maschile, è l’andrologo. A tal proposito, è bene ricordare ed è caldamente consigliato rivolgersi periodicamente a questo specialista con controlli nelle diverse fasi della vita; non solo per una questione di fertilità, ma anche e soprattutto di salute. Dopo i 20 anni di età si consiglia di effettuare almeno una visita ogni 2 anni. Detto ciò, ribadiamo, soprattutto per coloro che desiderano di diventare genitori in un prossimo futuro, di eliminare gradualmente tutte le cattive abitudini e, se per voi è troppo, almeno di moderarle.