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La leucemia è una anomalia del DNA che si manifesta attraverso sintomi che, se riconosciuti in tempo, rendono possibile la sua diagnosi. Esistono diversi tipi di questa patologia, e nella maggior parte dei casi essa viene contratta in età infantile.
Leucemia: cause e sintomi
Alla base della leucemia c’è la diffusione incontrollata di cellule immature – ovvero le cellule staminali che sono prodotte dal midollo osseo – le quali interferiscono con la crescita delle normali cellule del sangue: globuli rossi, bianchi e piastrine. Spesso, questo fenomeno è causato da anomalie del DNA a partire da cromosomi o geni (come ad esempio il “cromosoma Philadelphia”).
I diversi tipi di leucemia, ad eccezione delle leucemie croniche che colpiscono gli adulti, interessano soprattutto i bambini fino ai 14 anni. Gli adulti sono più a rischio quando esposti eccessivamente a radiazioni, o a sostanze chimiche. Anche la radioterapia e la chemioterapia possono avere degli influssi. Ulteriori fattori di rischio sono il genere maschile e l’età avanzata.
I sintomi possono presentarsi anche immediatamente e peggiorare col tempo, e sono:
- Febbre e stanchezza
- Mal di testa
- Sudorazioni notturne
- Dolori articolari
- Perdita di peso
- Pallore
- Stato cagionevole
- Facilità al sanguinamento
- Ingrossamento dei linfonodi o della milza
- Globuli bianchi alti (che possono influire sul funzionamento degli organi colpiti)
Essendo questi sintomi abbastanza comuni si potrebbe non riconoscere subito la malattia, ma è bene conoscerli per facilitare una diagnosi precoce.
Tipologie
Sono quattro i tipi di leucemia più comuni:
- Leucemia linfoblastica acuta
- Leucemia linfocitica cronica
- Leucemia mieloide acuta
- Leucemia mieloide cronica
La distinzione tra acuta e cronica dipende da, rispettivamente: l’aumento rapido delle cellule tumorali contro un aumento più lento e progressivo.
Cura
Il trattamento della malattia e dei suoi sintomi dipende dalla tipologia e dalla gravità, nonché dall’età del paziente. Tra le forme di cura più comuni c’è la chemioterapia, sia attraverso farmaci orali che attraverso l’iniezione; l’utilizzo di interferoni che rallentino la crescita delle cellule tumorali; il trapianto di cellule staminali che prendano il posto di quelle distrutte da chemio o radioterapia.