Una grande percentuale di soggetti che si sono ammalati di Covid hanno visto manifestarsi delle malattie neurologiche persistenti anche dopo la guarigione dal virus. Il 37% dei soggetti colpiti da Coronavirus hanno riscontraro vertigini, mal di testa, perdita dell’olfatto e del gusto oltre che a uno stato confusionale. Nelle occasioni più gravi ci sono stati anche afasia e perdita della vista. Allo scopo di comprendere più particolari su questo legame è nato lo studio NEURO-COVID.
Malattie neurologiche e Covid
Il legame tra malattie neurologiche e Covid è molto stretto, infatti sono numerosi i soggetti che hanno avuto il Coronavirus e hanno riscontrato dei problemi a livello neurologico. Studi relativi all’infezione hanno reso noto che il virus Sars Cov-2 colpisce di frequente anche il sistema nervoso centrale e il sistema nervoso periferico.
Tra i sintomi neurologici riscontrati da pazienti affetti da Covid-19 ci sono l’impossibilità di percepire odori e gusti, neuralgia, mialgia, cefalea, vertigini, atassia e disturbi dello stato di coscenza. Si sono riscontrati anche problemi molto seri come ictus, crisi epilettiche, coma, meningoencefalite e delirio.
Inizialmente questi sintomi sono passati in secondo piano rispetto a quelli legati alle vie respiratorie. Ad oggi però si è compreso che è essenziale tenere conto di questi problemi ed affrontarli in maniera adeguata allo scopo di non peggiorare ulteriormente la salute dei pazienti.
Proprio alla luce di quanto emerso da alcuni studi sull’argoemento si è compreso che il ruolo dei neurologi è davvero centrale nella gestione dei soggetti malati di Coronavirus. I pazienti ospedalizzati che necessitano i assistenza in reparti di terapia intensiva vengono monitorati anche dal punto di vista neurologico. Risulta essenziale infatti verificare l’eventuale insorgenza di problematiche neurologiche che possono provocare delle complicanze anche dopo essere guariti dall’infezione del virus.
Per tale motivo il ruolo dei neurologi è fondamentale: questi devono collaborare insieme agli infettivologi nella decisione di terapie in quanto essi conoscono bene le possibili interazioni farmacologiche come quelle tra i farmaci anti-virali e antiepilettici o anticoagulanti orali.