Nel periodo estivo in molti si lanciano in diete a basso contenuto calorico nel tentativo di migliorare la propria linea in vista delle giornate al mare. Per perdere quei chiletti in più saremmo disposti a fare grossi sacrifici, anche a non mangiare la pizza, vero e proprio sacrilegio per noi italiani. Ma è vero che la pizza fa ingrassare? Quanta posso mangiarne a settimana senza che questa vada ad inficiare la mia dieta? Sull’argomento i nutrizionisti hanno chiarito ogni dubbio: la chiave dell’alimentazione come sempre sta nel bilanciamento, la pizza fa ingrassare, ma non più di molti altri cibi che mangiamo con prudenza.
Posso mangiare la pizza una a settimana senza ingrassare?
Spesso e volentieri la pizza viene osteggiata come quell’alimento da bandire dalle nostre tavole mentre seguiamo una dieta ipocalorica. La verità però è che la pizza è un piatto nutriente e completo, per mangiarlo senza ingrassare in fondo basterebbe prendere dei piccoli accorgimenti durante il pasto. Sull’argomento si è esposta la Dottoressa Rosanna Giordano, biologa nutrizionista.
La pizza è ammessa una volta a settimana in praticamente tutte le diete ipocaloriche. A fare la differenza in questo caso è cosa beviamo e cosa mangiamo prima e dopo questo pasto. La pizza in sé e per sé non fa ingrassare più di tanto, può invece incidere sulla ritenzione idrica. Essa in ogni caso costituisce un pasto completo, contiene al suo interno carboidrati, proteine e grassi in quantità che si adattano abbastanza bene alla dieta mediterranea. Mangiare questo alimento una volta a settimana, senza strafare con pizze extralarge e super condite, non fa ingrassare. Chiaramente l’equilibrio è alla base dell’alimentazione, come tutto, se assunto in grandi quantità, la pizza fa male.
Quali tipi di pizza sono migliori per la dieta
Una pizza margherita contiene di solito tra le 700 e le 800 calorie, chiaramente però esistono tipi di pizza migliori per chi sta seguendo una dieta. L’impasto base di una pizza contiene solitamente farina, acqua, sale, lievito. Fattore cruciale è la farina: quelle raffinate ovvero la 0 e la 00 hanno un indice glicemico piuttosto elevato, che invece pare drasticamente minore nel caso in cui vengano usati tipi di farina integrale. Ad abbassare questo livello, la presenza di fibre. Alternativa valida possono essere le farine integrali di kamut, grano saraceno, farro e segale.
Per quanto riguarda il lievito, ormai la maggioranza delle pizzerie usano quello madre, o comunque sottopongono l’impasto ad una lunga lievitazione, che rende così la pizza più leggera e digeribile. L’olio utilizzato per la pizza deve essere rigorosamente extravergine d’oliva, da aggiungere appena la pizza esce dal forno. La pizza margherita è condita solitamente unicamente da pomodoro e mozzarella, ma nel caso si gradisca un tocco in più di colore, sono indicate delle verdure crude o grigliate, queste abbasseranno ulteriormente l’indice glicemico della pizza. Ciò andrebbe evitato come condimento sono invece gli insaccati, condimenti grassi e patate.
Un’altra opzione decisamente sana potrebbe essere quella di cucinare la pizza direttamente a casa propria, selezionando quindi personalmente gli ingredienti, far lievitare lungamente la pizza e poi godersi il frutto degli sforzi fatti.