I metalli pesanti contenuti negli alimenti sono un tema serio da affrontare. La contaminazione alimentare da metalli non va sottovalutato. Ecco quali cibi sono da evitare.
Metalli pesanti negli alimenti: quali sono i cibi da evitare?
L’arsenico, il cadmio, il piombo e il mercurio sono composti chimici che esistono in natura e che possono trovarsi nell’ambiente a varie concentrazioni, ad esempio nel terreno, nell’acqua e nell’atmosfera. Ma i metalli possono anche essere presenti nei cibi come residui, dovuti all’allevamento, l’industria e i gas di scarico.
Ad eccezione dei fumatori, la fonte numero uno di esposizione al cadmio, sottolinea l’Istituto Superiore di Sanità, è rappresentata dalla dieta. I principali alimenti responsabili sono: cereali, verdura e ortaggi, patate, crostacei e molluschi.
Il mercurio, invece, è legato soprattutto a determinate tipologie di pesce: al proposito l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare invita a ridurre il consumo, soprattutto in gravidanza e durante la prima infanzia, di grandi predatori come pesce spada, tonno e luccio e a sostituirlo con altri pesci, come il pesce azzurro o le orate, che contengono concentrazioni molto meno elevate di metilmercurio.
E se il riso è l’alimento che ha le più spiccate capacità di accumulare l’arsenico legate al particolare ambiente in cui avviene la coltivazione della pianta, per la contaminazione da nichel delle filiere alimentari vanno tenuti sotto controllo per prevenire possibili effetti cronici sulla salute specialmente nei bambini, cereali, dolci, verdure e ortaggi, acqua e bevande alcoliche.
Metalli pesanti nei cibi: quali sono da evitare
La Coldiretti stila un’altra graduatoria, basata sul sistema di allerta europeo (Rasff), e mette nei primi dieci alimenti più segnalati per presenze potenzialmente tossiche o comunque pericolose in ben due casi ci sono metalli pesanti, in particolare mercurio.
Al quarto posto c’è il pesce (tonno e spada in particolare) proveniente dalla Spagna, al decimo ancora prodotti del mare, il pangasio che arriva dal Vietnam. Insieme alla frutta secca da medio ed estremo Oriente e alle erbe officinali indiane, che dominano la classifica e spesso contengono aflatossine e pesticidi in eccesso, ecco in quantità importante sostanze potenzialmente dannose.