L’argomento della narcolessia non è uno di quelli di cui si sente spesso parlare, a meno che non ci sia qualcosa che fa sì di richiamarne istantaneamente l’attenzione.
Quando si parla di narcolessia, ci si riferisce a quegli individui che, durante il giorno, si addormentano nel bel mezzo di qualche azione, sia essa parlare, mangiare, ecc, come se qualcuno all’improvviso avesse iniettato loro una siringa di anestetico.
L’etimologia del termine narcolessia ha origine dal greco ed è formata dunque dalle parole narco- e lessia, che rispettivamente significano ”sonno” (narco-) e ”parola” (lessia). Quindi, il tutto è inteso come parola del sonno o che riguarda il sonno.
Questa ”malattia del sonno”, come viene ulteriormente chiamata, fu definita clinicamente nel lontano 1880 da un medico francese, noto col nome di Jean Baptiste Edouard Gelinau. Risulta essere ancora oggi una malattia molto rara e viene perlopiù diagnosticata a bambini o giovani adulti.
Narcolessia: le cause
In base a vari test condotti, sembra che la principale causa di questo disturbo sia la continua perdita di cellule nervose indispensabili alla creazione di un neurotrasmettitore, che porta il nome di ipocretina.
La narcolessia può essere suddivisa in due tipi: quella di tipo 1 e quella di tipo 2. Si fa riferimento al tipo 1 della narcolessia quando la diagnosi mostra una carenza di ipocretina e/o l’esistenza di cataplessia, ovvero l’improvvisa e temporanea perdita del tono muscolare, senza perdita della coscienza.
Riguardo al tipo 2 della narcolessia invece, c’è da dire che è una forma meno grave rispetto al suddetto tipo 1. Ne fanno parte quelle persone che durante il giorno sono vittime di profondà sonnolenza, senza però l’aggiunta della debolezza del tono muscolare. In questi soggetti è stato riscontrato che i livelli di ipocretina sono nella norma.
A dirla tutta, ci sarebbe anche una terza condizione che, si dice, possa causare questa malattia. In questo caso si tratterebbe della narcolessia secondaria scaturita da una lesione all’ipotalamo, un’area del cervello incaricata anch’essa del controllo del sonno.
Tante persone quindi, come scritto qualche riga fa, si ritrovano a essere narcolettiche a causa della carenza di quella sostanza contenuta nel cervello, che serve a favorire la sveglia. Ma da cosa dipende questa ridotta quantità di neuroni che producono l’ipocretina? La ricerca della cause è ancora in corso, dato che non si è ancora arrivati al completo chiarimento.
Sembra però che vari fattori abbiano a che fare con questo disturbo come, ad esempio, la genetica, dove si sostiene che alcuni individui ereditino un gene, colpevole dell’abbassamento dell’ ipocretina.
Un altro motivo potrebbe essere quello delle lesioni cerebrali dovute a tumori, ictus oppure incidenti gravi.
Un terzo elemento, fonte del problema, sarebbe il sistema immunitario, il quale attaccherebbe i neuroni addetti alla produzione dell’ ipocretina.
I sintomi
Stando a quanto emerso da rigorosi test e studi eseguiti su soggetti narcolettici, si ritiene che i principali sintomi della narcolessia siano quattro.
Il primo di questi quattro sintomi, come già accennato precedentemente, riguarda una sonnolenza diurna molto forte, la quale può manifestarsi raramente o frequentemente e in genere dura all’incirca una mezz’ora.
Anche il secondo sintomo riguarda qualcosa di cui si è fatto cenno precedentemente, ovvero la cataplessia. In aggiunta a ciò che già è stato detto, è bene far sapere anche che, a causa proprio della debolezza muscolare, questa patologia può portare una persona a fargli abbassare la testa o ad avere problemi di parola.
Il terzo sintomo generato dalla narcolessia sono le allucinazioni. in cui gli individui affetti fanno sogni molto vividi, mentre si stanno addormentando, quando si svegliano o quando fanno una pennichella.
L’ultimo dei quattro sintomi principali ha a che fare con la paralisi nel sonno. Coloro che l’hanno sperimentato affermano che non erano in grado di muoversi o di parlare mentre si stavano addormentando o al risveglio.