‘Non diamo la colpa ai cani’, pediatri e veterinari per convivenza sicura con bimbi

(Adnkronos) – Il susseguirsi di aggressioni canine ai danni di minori, spesso in tenerissima età, sollecita l’intervento della Società italiana di Pediatria (Sip) e dell’Associazione nazionale medici veterinari italiani (Anmvi). Le cronache riferiscono, frequentemente e non solo in tempi recenti, di fatti avvenuti in contesti domestici privati-familiari, quasi sempre caratterizzati dalla presenza di cani di grossa taglia lasciati incustoditi o sfuggiti al controllo dei proprietari-genitori. E’ necessario puntualizzare che – pur non trattandosi di quei 'luoghi aperti al pubblico' di cui alla vigente ordinanza ministeriale del 6 agosto 2024 principalmente orientata alla tutela dell’incolumità pubblica- anche i contesti domestici sono giuridicamente assoggettati al principio del possesso responsabile: "Il proprietario di un cane è sempre responsabile del benessere, del controllo e della conduzione dell'animale e risponde, sia civilmente che penalmente, dei danni o lesioni a persone, animali o cose provocati dall'animale stesso" (articolo 1 dell’Ordinanza ministeriale). Sip e Anmvi richiamano l’attenzione sulla necessità di rafforzare la prevenzione attraverso due leve. Per prima cosa, è necessario sviluppare negli adulti una maggiore conoscenza del rapporto bambini-cani per una corretta valutazione rischio-beneficio. È scientificamente assodato – riporta una nota – che la presenza di un cane in famiglia può portare numerosi benefici per lo sviluppo del bambino. "La relazione con un animale domestico favorisce la crescita armoniosa dei bambini, migliorando la loro empatia, il senso di responsabilità e il benessere emotivo – afferma Rino Agostiniani, presidente della Sip. Ma per garantire una convivenza positiva, “la sorveglianza di un adulto è imprescindibile: un cane e un bambino non dovrebbero mai stare insieme senza supervisione". Al secondo posto: rafforzare le politiche educative in materia di possesso responsabile di cani, specialmente in presenza di minori. Il rapporto tra bambini e cani – si legge – deve svilupparsi all’interno di una cornice di sicurezza, oggi deficitaria a causa di una gestione inconsapevole di questo rapporto. È necessario un rafforzamento del principio del 'possesso responsabile' e una corretta impostazione del rapporto tra cani e bambini in età pediatrica e più in generale tra cani e minori. Una migliore educazione intra-familiare non può che tradursi in una migliore gestione del cane anche nei luoghi pubblici frequentati da minori. "È essenziale che i proprietari genitori o che stanno per diventare genitori adottino tutte le precauzioni necessarie per una convivenza sicura, a partire dalla scelta del cane più indicato per il contesto familiare – spiega il presidente dell’Anmvi, Marco Melosi – maggiore sarà la compatibilità tra le condizioni socio-ambientali con le esigenze di benessere del cane e maggiore sarà l’equilibrio complessivo della convivenza". Pediatri e veterinari suggeriscono alcuni principi chiave: 1. adozione consapevole, prima di scegliere il cane, al rifugio o in allevamento, chiedere sempre il parere del medico veterinario, valutando l’opportunità di una visita veterinaria pre-adozione; 2. supervisione costante: educazione dell’adulto, giuridicamente responsabile della relazione, a una relazione sicura tra bambino e cane sia nell’ambito familiare che nei luoghi pubblici, attraverso una migliore conoscenza del rapporto bambino-cane; 3. educazione alla relazione, educare i bambini a rispettare le esigenze etologiche, fisiologiche e di benessere del cane. Considerare che singoli esemplari possono anche richiedere specifiche misure di intervento e di gestione specialistica, a cura di un medico veterinario esperto in medicina veterinaria comportamentale e/o in interventi assistiti dagli animali (pet therapy). E ancora: 4. la prevenzione fin dalla gestazione, preparare i genitori al rientro a casa dopo il parto se in famiglia è già presente un cane. L’arrivo di un neonato può rappresentare un cambiamento significativo per il cane, che richiede un approccio di reciproca conoscenza graduale e corretta. La sicurezza dei bambini è una responsabilità collettiva: solo attraverso consapevolezza, educazione e regole chiare possiamo garantire una convivenza serena e sicura tra bambini e cani. Infine la riforma del patentino. Alla luce di questi episodi di cronaca, Sip e Anmvi chiedono una profonda revisione dell’attuale percorso formativo (il cosiddetto patentino) ideato due decenni or sono, quando la presenza di cani nelle famiglie non aveva ancora raggiunto il rapporto demografico di oggi, pari a 1 cane ogni 3 famiglie e 1 cane ogni 7 persone (8,8 milioni di cani – 26,4 milioni di famiglie- 58,9 milioni di italiani) e strutturato senza considerare le modalità offerte dalla formazione a distanza. La riforma del patentino dovrebbe attingere all’esperienza di altri Paesi europei e alle linee guida più aggiornate della Associazione mondiale dei veterinari, che non escludono casi di obbligo formativo, in chiave preventiva, fin dall’adozione del cane. Oggi l’obbligo formativo, spesso disatteso, è invece previsto solo post-aggressioni. —[email protected] (Web Info)

Scritto da Adnkronos

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