L’obesità infantile è un problema di grande rilevanza sociale. Il disturbo, che in Italia colpisce un bambino su quattro, è il risultato di un prolungato bilancio energetico positivo. Un bambino obeso ingerisce molte più calorie di quante ne riesca poi a consumare.
Obesità infantile
L’obesità infantile ha una genesi multifattoriale. Tale patologia è il risultato di diverse concause, più o meno evidenti, che interagiscono tra loro. L’obesità infantile è causata, in primo luogo, da un’eccessiva e cattiva alimentazione. In molti casi è legata ad una ridotta attività fisica ed a fattori di tipo genetico e familiare. In altri casi l’obesità infantile può essere legata anche ad alterazioni ormonali.
Una dieta insufficiente e squilibrata può portare a deficit di varie sostanze (proteine, calcio, ferro, vitamine ed altri nutrienti fondamentali per la crescita dei bambini). Viceversa una dieta troppo ricca e l’introduzione di una eccessiva quantità di calorie determina dapprima un sovrappeso del bambino, poi una manifesta obesità. L’iperalimentazione nei primi due anni di vita determina non soltanto un aumento del volume delle cellule adipose ma anche un aumento del loro numero. Ciò significa che tali bambini da adulti saranno maggiormente predisposti all’obesità e avranno difficoltà a scendere di peso o a mantenerlo nei limiti. Questo si verifica perché è possibile ridurre le dimensioni delle cellule, ma non è possibile eliminarle del tutto. Intervenire durante l’età evolutiva è quindi di fondamentale importanza, perché garanzia di risultati migliori e duraturi nel tempo.
La ridotta attività fisica o la sedentarietà sono altri due fattori di rischio molto importanti e determinanti. Sono direttamente collegati ad alcune nuove tendenze sociali:
- aumento dell’uso del trasporto motorizzato anche per percorrere piccole distanze;
- diminuzione dell’attività fisica durante il tempo libero;
- aumento del tempo trascorso seduti davanti la tv o al pc;
- aumento della quantità e della varietà degli alimenti grassi ed energetici consumati dai bambini;
- scelta di ristoranti e fast food per pranzare e cenare;
- aumento del numero dei pasti consumati durante la giornata;
- aumento dell’uso di bibite analcoliche dolci e gasate in sostituzione dell’acqua.
L’esercizio fisico è di fondamentale importanza per i bambini in crescita. Oltre a farli dimagrire, li rende più attivi, contribuendo a ridistribuire in modo corretto le proporzioni tra massa magra e massa grassa. Basterebbe praticare, in maniera costante, un’attività aerobica leggera che non affatichi troppo l’organismo. Una pedalata in bicicletta o una camminata sono soluzioni perfette. Ciò sottopone i muscoli ad uno sforzo moderato ma costante, inducendoli ad attingere carburante soprattutto dal serbatoio dei grassi.
Anche i fattori di familiarità sono importanti. L’obesità, sotto certi aspetti, può considerarsi un problema di natura ereditaria e, sotto altri, una conseguenza di fattori ambientali. Secondo i dati ISTAT del 2000 il 25% dei bambini e degli adolescenti in sovrappeso ha un genitore obeso o in sovrappeso. La percentuale sale al 34% quando sono obesi o in sovrappeso entrambi i genitori.
Microbiota intestinale
La composizione del microbiota intestinale, l’insieme di microrganismi simbionti che abitano l’intestino umano, può essere di grande aiuto nel predire il rischio di obesità infantile. Ad affermarlo è un gruppo internazionale di ricercatori. I risultati della loro ricerca mostrano che all’interno del complesso nucleo di fattori che possono portare all’obesità ci sono anche le specifiche configurazioni del microbiota. Conoscerle può quindi permettere di definire regimi alimentari utili a combattere l’eccessivo aumento di peso nei bambini.
Il microbiota intestinale ha un ruolo fondamentale per la salute dell’uomo. Il complesso sistema di microrganismi che abita il nostro intestino è infatti un mediatore chiave utile a regolare l’impatto delle abitudini alimentari sul metabolismo e in generale sul nostro stato immunologico. Per tale motivo, probabilmente, il microbiota è in grado anche di influenzare la nostra predisposizione a sviluppare disordini di diversa natura. Tra questi anche quelli associati ad una cattiva alimentazione.
Il gruppo di ricerca ha analizzato la composizione del microbiota di settanta bambini in due diversi momenti. Durante la prima fase dello studio, quando tutti avevano un peso normale, e a distanza di quattro anni, quando trentasei di loro avevano raggiunto un peso eccessivo.
Dopo aver confrontato dati raccolti con le informazioni sulle abitudini alimentari e con altri parametri antropometrici, biochimici e immunologici, i ricercatori hanno messo a punto un quadro che indica, con ogni probabilità, un ruolo attivo del microbiota nel processo di sviluppo dell’obesità infantile.
Ciò, in parole povere, significa che particolari abitudini alimentari sono in grado di agire sulla configurazione del microbiota. Tale dato può essere utilizzato per fornire indicazioni sul pericolo di sviluppare forme di obesità nei bambini.
Tenere sotto controllo questo complesso sistema di elementi diventa molto importante per cercare di garantire la salute dei bambini. Lo studio del microbiota intestinale potrebbe a breve diventare la chiave di lettura per mettere a punto raccomandazioni alimentari su misura, evitando così ai bambini il rischio di eccessivi aumenti di peso.