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Con il termine orecchioni si intende comunemente la parotite, una malattia infettiva che colpisce le ghiandole salivari soprattutto nei bambini in età scolastica.
Orecchioni
Gli orecchioni sono causati da un virus che si chiama Paramyxovirus. Attacca solo gli umani, in quanto non si conoscono casi su animali. E’ a guarigione spontanea, proprio perché dipende da un virus e non da un batterio. La malattia è epidemica e, nelle zone non sottoposte a vaccinazione, può colpire fino al 90% dei soggetti fino all’età adolescenziale. Si stima che essa si verifichi con maggiore incidenza tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera, con nuove epidemie ogni due-cinque anni.
Orecchioni: cosa sono
Se le ghiandole salivari, soprattutto le sotto mandibolari, sono colpite dal virus sopracitato, esse tendono a gonfiarsi anche se esistono casi in cui esse non si gonfiano. Può colpire una parotide sola oppure tutte e due. L’ingrossamento di esse è accompagnato da dolore di diversa intensità, per circa tre giorni e, generalmente, appare anche la febbre. Il tutto scompare in sette giorni.
Essendo davvero molto contagiosi, l’unico modo per effettuare la prevenzione è la vaccinazione. Essa viene, spesso, eseguita contemporaneamente a quella contro il morbillo e la rosolia e viene effettuata a 15 mesi. La vaccinazione garantisce un’immunità del 95%, aumentata poi in percentuale dalla dose di richiamo a cinque anni.
Il contagio interessa prevalentemente i bambini, anche se non sono esclusi casi in cui vengono contagiati gli adulti, se non hanno contratto prima la malattia. Il contagio è stimato nella soglia di età che va dai 5 ai 15 anni. I lattanti fino ad un anno di età sono generalmente immuni: molto rari sono i casi riguardanti i bambini di età inferiore ai due anni. Di orecchioni ci si può ammalare una sola volta: una volta contratto il virus, infatti, esso non attacca più l’uomo per tutta la vita. Se vaccinati, invece, ci possono essere casi in cui ci si ammala lo stesso: il vaccino, infatti, non assicura mai una copertura del 100%. La vaccinazione ha comunque ridotto di moltissimo i casi di parotite.
Orecchioni: sintomi
Vediamo, adesso, quali possono essere i sintomi degli orecchioni, comunemente chiamati anche “gattoni” nel linguaggio quotidiano. La trasmissione avviene attraverso le goccioline di saliva, così come avviene ad esempio per le comuni influenze: tosse e starnuti sono grossi veicoli di trasmissione del virus. Il tempo di incubazione è di 18 giorni circa, con una contagiosità che inizia addirittura una settimana prima della manifestazione dei sintomi: possiamo, quindi, essere contagiosi ancor prima di venire a sapere di avere la malattia, ecco perché si diffonde così rapidamente. La contagiosità continua fino a 7-8 giorni dopo l’esordio della malattia, dopodiché scema sempre di più.
L’esordio è dato dalla comparsa di malessere generale, mal di testa, mancanza di appetito e febbre non troppo alta: tutte condizioni molto comuni anche ad altre malattie. Solo dopo alcuni giorni si vede l’ingrossamento delle ghiandole salivari, sintomo tipico degli orecchioni. Ciò può interessare, come abbiamo detto, uno o entrambi i lati del viso. E’ qui che si raggiunge il picco di maggiore contagiosità, per le successive 48 ore. Circa un terzo dei casi non riguarda rigonfiamenti alle ghiandole salivari, bensì solo malessere generale e una sintomatologia non specifica delle vie respiratorie.
Come tutte le malattie, anche questa può prevedere complicazioni. Se la malattia compare nei maschi adolescenti, si può avere un’infiammazione dei tubuli seminiferi, ovvero la condizione che si chiama orchite. Essa arriva una settimana dopo l’inizio della malattia, con un rigonfiamento doloroso al testicolo, febbre, nausea e mal di testa.
Altre complicazioni stanno nella possibile presenza di meningite linfocitaria, che ha un’incidenza del 15% tra tutti i casi di orecchione. I sintomi sono simili a quelli di una meningite e compaiono quattro o cinque giorni dopo l’esordio della malattia.
Orecchioni: cura
Trattandosi di un virus, non esiste una cura per gli orecchioni. La malattia regredisce, infatti, in modo del tutto spontaneo dopo sette giorni. Il trattamento farmacologico può essere, però, indicato per alleviare i sintomi, specialmente se questi sono molto forti. Andranno bene, concordati con il medico, farmaci analgesici per lenire il dolore o antipiretici per abbassare la febbre, se questa è molto elevata. Chi ha dolore associato alla masticazione può trattare la problematica seguendo per qualche giorno una dieta semiliquida. Possono essere utili impacchi freddi nella zona del rigonfiamento.
Alcuni, invece, traggono beneficio dall’applicazione di impacchi caldo-umidi: si tratta di un qualcosa di soggettivo, che varia caso per caso. Nel caso in cui vi fosse la complicazione riguardante l’orchite, è possibile effettuare impacchi freddi sullo scroto per alleviare sintomi e gonfiore.