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La pancreatite cronica è un’infiammazione duratura del pancreas, in Italia non è particolarmente frequente, ma nel centro-nord d’Europa sono molte le persone che ne soffrono a causa soprattutto dell’abuso di alcol. Scopriamo tutto quello che c’è da sapere su questo problema imparando a conoscerne sintomi, cause e rimedi principali.
Sintomi della pancreatite cronica
Risulta responsabile di un danno strutturale dell’organo che, in fasi avanzate, arriva a determinare insufficienza pancreatica. Di solito si manifesta clinicamente con la comparsa di dolori addominali ricorrenti e diarrea legata a problemi di digestione a causa dell’alterazione del processo digestivo. Ci sono anche alcuni sintomi costituzionali sistemici per via del mancato assorbimento di sostanze nutritive: in questi casi si tratta di malassorbimento dei nutrienti. Potrebbe causare anche il diabete in quanto rende dificile la produzione di insulina da parte del pancreas lesionato.
Pancreatite cronica: cause
Tra le cause più frequenti che possono causare la pancreatite cronica c’è l’alcolismo cronico: infatti questo disturbo viene causato nel 90% dei casi proprio dall’abuso di alcol che può modificare diverse funzioni pancreatiche. Anche il fumo agisce in modo simile all’alcolismo cronico, infatti esplica la sua azione dannosa favorendo la liberazione della Litostatina. Un’altra causa è legata alla presenza di calcoli nelle vie biliari, in particolare quelli di piccole dimensioni o quella che viene definita bile spessa perchè può causare un rallentato deflusso di bile, che favorisce un incremento pressorio nei dotti biliari.
Rimedi per la pancreatite cronica
Il primo passo per curare la pancreatite cronica è cercare di migliorare le proprie abitudini di vita. Risulta essenziale ridurre l’apporto di alcol e smettere di fumare. Occorre anche fare più attenzione all’alimentazione, infatti è bene assumere enzimi pancreatici sostitutivi allo scopo di migliorare l’assorbimento del cibo in quanto chi soffre di pancreatite produce meno succhi gastrici e meno enzimi e di conseguenza assorbe meno. La terapia dovrebbe essere conservativa e solo nelle forme più avanzate, quando i sintomi divengono insostenibili, si deve ricorrere a un intervento chilurgico.