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Il pavor nocturnus o terrore notturno, non rientra, come si potrebbe pensare, fra i cosiddetti disturbi del sonno. Insieme al ben più conosciuto sonnambulismo, fa parte delle cosiddette parasonnìe. Queste ultime consistono in manifestazioni anomale che avvengono durante il sonno, e sono definite perturbazioni non patologiche. Il tratto interessante di questo fenomeno è da rintracciarsi nella sua natura completamente innocua: fra le cause del terrore notturno non rientrano infatti nè traumi psicologici nè danni neurologici.
Pavor nocturnus: i sintomi
Le crisi di questa parasonnia possono destare non poco spavento nei genitori che vi assistono. Nel mezzo della notte il bambino lancia solitamente grida molto acute, presentandosi molto agitato e talvolta con gli occhi sbarrati. Altre manifestazioni comuni di questo fenomeno includono:
- occhi serrati
- forte sudorazione
- colore della pelle pallido o arrossato
- respiro affannoso
- battito cardiaco accelerato
- pianto
Di solito un episodio di terrore notturno dura soltanto qualche minuto, ma in alcuni casi sono state registrate durate decisamente più lunghe, capaci di arrivare sino alla mezz’ora. Terminata la crisi, normalmente il bambino riprende a riposare profondamente. Al mattino ogni ricordo legato a quanto avvenuto durante la notte scompare.
Le cause del terrore notturno
Al contrario di quanto si potrebbe pensare, traumi vissuti o danni al sistema nervoso e al cervello non sono fra le cause scatenanti del parvus nocturnus. Esso consiste infatti in un’attivazione del sistema limbico (un complesso di strutture encefaliche che ha un ruolo fondamentale nel generare e gestire le risposte comportamentali, le reazioni emotive e la memoria). Allo stato attuale, comunque, le vere e proprie cause rimangono sconosciute. Ciò che può, secondo alcuni esperti, portare all’insorgenza di questa parasonnia è piuttosto da rintracciarsi in episodi di stress e altre condizioni in grado di disturbare il sonno, ma di livello decisamente meno grave. Fra i fattori che possono contribuire alla comparsa di una crisi si trovano:
- febbre
- reflusso gastro-esofageo
- mancanza di un quantitativo adeguato di ore di sonno
- essere sottoposti a stimoli luminosi durante il sonno
Come intervenire in caso di pavor nocturnus?
Se ci si ritrovasse di fronte ad una di queste manifestazioni, l’unica cosa utile da fare è intervenire il meno possibile. Il bambino in preda a una crisi non va assolutamente sovrastimolato con urla, gesti o richiami: in caso di una reazione improvvisa potrebbe rischiare di farsi molto male. Dopo aver riconosciuto i sintomi del terrore notturno è possibile al più sussurrare al bambino frasi tranquillizzanti, ma senza cercare di distoglierlo da quanto sta vivendo. Questo potrebbe sembrare molto difficile per dei genitori, ma è senza dubbio quanto di meglio si possa fare per tutelare la salute del piccolo. Fondamentale rimane infatti la distinzione tra terrore notturno e incubo: bisogna sempre ricordare che nel secondo caso il bambino si sveglia nel cuore della notte affannato, triste, spaventato, mentre con il pavor nocturnus ciò non avviene.