Perché gli uomini hanno i capezzoli

Gli uomini, così come i maschi di molte altre specie mammifere, pur avendo i capezzoli non allattano. Possono però produrre latte.

Potremmo considerare i topi maschi più evoluti degli uomini per quanto riguarda una specifica parte anatomica: i capezzoli. Gli uomini hanno due capezzoli (e a volte di più) che non servono a molto se non ad offrire una varietà topografica sul petto, mentre i topi maschi nascono senza e hanno la pancia pelosa priva di capezzoli. Insieme agli stalloni e agli ornitorinchi, i topi sono tra i pochi mammiferi che non hanno dei capezzoli come simbolo di solidarietà con la controparte femminile.

Gli studi dei ricercatori

All’inizio della gravidanza, sia gli embrioni dei topi maschi che di quelli femmina formano il tessuto mammario, quello che poi diventerà un capezzolo, così come i nervi e le ghiandole che faciliteranno poi la produzione di latte materno. Nel 1999, alcuni ricercatori dell’università di Yale hanno pubblicato uno studio che identificava la proteina responsabile dell’eliminazione dei precursori dei capezzoli nei topi maschi.

Pochi giorni dopo che il tessuto mammario inizia a formarsi, esso produce una proteina conosciuta come PTHrP. Nei topi maschi, questa proteina dice alle cellule mammarie di formare recettori ormonali maschili, e questi ormoni effettivamente distruggono il tessuto mammario, lasciando i roditori maschi senza capezzoli.

Lo sviluppo umano

I maschi umani sono soggetti allo stesso processo, tranne l’eliminazione del tessuto mammario. Dopo tre o quattro settimane, tutti gli embrioni sviluppano le cosiddette creste mammarie. Ciò prima che il ventitreesimo cromosoma, XX o XY, attui il dimorfismo sessuale, ovvero i tratti fisici che distinguono biologicamente maschi e femmine.

Quando il feto cresce, le creste mammarie, che si estendono dalla parte alta del petto fino al basso addome, si ritirano e lasciano solo i capezzoli, insieme alle ghiandole per produrre il latte (chiamate lobuli), ai dotti e al tessuto adiposo. Senza una proteina come la PTHrP, sia gli embrioni maschi che quelli femmina hanno lo stesso impianto all’interno del petto. Poi, durante la pubertà, gli estrogeni delle ragazze stimolano il tessuto mammario facendo sviluppare le ghiandole mammarie.

I capezzoli negli embrioni

Quindi, la spiegazione più semplice è che gli uomini hanno i capezzoli perché tutti gli embrioni ce li hanno, e l’evoluzione non ha deciso di eliminare la loro esistenza dal busto maschile. Poiché i capezzoli e lo sviluppo di un petto sano sono strettamente legati alla riproduzione femminile, i biologi evoluzionisti ritengono che la pressione per eliminare i capezzoli maschili non fosse abbastanza forte.

Nonostante lo scopo dei capezzoli maschili raramente va al di là di quello decorativo, associarli all’appendice, ai denti del giudizio e ad altri residui anatomici sarebbe un errore tecnico. Come si può pensare che i capezzoli maschili siano da buttare nel cestino dell’evoluzione se possono (e sì, possono) produrre latte?

Gli uomini possono allattare

La possibilità della lattazione maschile potrebbe non essere così improbabile come si può pensare a primo impatto. L’ormone prolattina, che facilita la produzione di latte materno, può passare dalla placenta al corpo del bambino. Dopo la nascita, quel bagno di prolattina avvenuto nell’utero può causare produzione di latte spontanea nel neonato, femmina o maschio che sia, poiché hanno la stessa anatomia del petto. Questo fenomeno viene chiamato latte di strega, e spesso si ferma dopo qualche settimana.

Una produzione improvvisa di latte da parte di un uomo adulto può invece essere un campanello d’allarme. La galattorrea, o lattazione spontanea, negli uomini è spesso indice di una deficienza di testosterone, più che una overdose di prolattina.

Ma mentre i dottori moderni vedono nella galattorrea come il risultato di una squilibrio ormonale, Charles Darwin potrebbe aver suggerito che fosse la prova di abitudini ancestrali ormai perdute. Come ha scritto nel suo trattato del 1871, “L’origine dell’uomo e la selezione sessuale”, egli supponeva che i primi uomini allattassero come le donne.

Gli uomini producono latte

Prove aneddotiche dimostrano che, anche se non accade molto spesso, gli uomini ancora oggi possono produrre latte e persino allattare. Nelle donne, la gravidanza fa sì che la ghiandola pituitaria produca fino a 10 volte più prolattina del solito, e ciò sollecita i lobuli che si mettono a lavoro. Lo stesso effetto domino può avvenire nel corpo maschile, nonostante manchi l’impennata della prolattina dovuta alla gravidanza e i lobuli sono in numero minore.

Coccolare i figli e passare del tempo con loro aumenta la quantità di prolattina nel sangue paterno, e abbassa il livello di testosterone. Se si combinano le reazioni ormonali con la presenza di un neonato, un seno maschile potrebbe produrre latte molto facilmente. Gli scienziati affermano che questa possibilità fisiologica è la ragione per cui nella tribù pigmea degli Aka sono stati documentati uomini che allattano i neonati. Nel 2002, un padre dello Sri Lanka ha allattato la figlia dopo la morte della moglie.

Il cancro al seno maschile

L’allattamento maschile può far aggrottare le sopracciglia e può far partire una controversia sui ruoli di genere. Ma l’anatomia del seno maschile sottopone a più di un rischio per la salute. Anche se è molto meno comune che nelle donne, migliaia di uomini soffrono di cancro al seno. Nel 2012, per esempio, a quasi 2220 americani è stata diagnosticata una malattia che tende ad attaccare i lobuli e i dotti che producono latte.

Questi numeri sono abbastanza alti, al punto che gli scienziati considerano i capezzoli maschili come un’imperfezione. Se, come nei topi, i capezzoli maschili fossero eliminati prima della nascita, non porrebbero nessun problema potenziale né alcuna questione evolutiva sul perché hanno resistito tutto questo tempo.

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