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Nella top list degli animali più temuti al mondo si trovano sistematicamente le meduse. Questi animali spaventano sia grandi che piccini per la loro apparenza bizzarra, per la il loro rivestimento viscido, e infine, ma non per importanza, per i loro velenosi pizzichi! Le punture di medusa possono essere riconosciute e curate in diversi modi.
Come riconoscere le punture di medusa
Le meduse appartengono alla famiglia dei Cnidari e sono composte per il 98% da acqua, per questo motivo si rendono spesso invisibili nel mare. I loro tentacoli sono in grado di rilasciare un veleno urticante sia per i loro simili che per gli uomini. Non bisogna stupirsi che la causa del loro attacco risulti essere la difesa: quando un corpo estraneo si affianca alla medusa, i filamenti che compongono i tentacoli iniettano la sostanza urticante nella preda. L’ustione è provocata dal rilasciamento di tre specifiche tossine:
- Talassina, responsabile dell’infiammazione.
- Ipnotossina, responsabile dell’azione paralizzante.
- Congestina, responsabile dei problemi all’apparato circolatorio e respiratorio.
Il sintomo maggiormente diffuso in seguito al morso della medusa è rappresentato da un acuto bruciore seguito da arrossamento della pelle; possono sopraggiungere anche senso di prurito o formicolio. Nei casi più gravi, si possono manifestare forti emicranie, febbre e nausee composte da conati di vomito e vertigini. Gli effetti collaterali del morso possono durare dalle 2 ore fino ai 7 giorni a seconda del tipo di medusa. Il Mediterraneo non rappresenta l’habitat ideale per le meduse mortali, come per esempio la Box Jellyfish, ma è comunque necessario prestare attenzione alla presenza di questi animali che potrebbero lasciare delle cicatrici ben visibili.
Cura per le punture di medusa
La prima reazione che comunemente l’uomo manifesta quando si accorge di essere stato punto da una medusa è urlare. Dopo aver acquisito consapevolezza della situazione, bisogna raggiungere immediatamente la riva per evitare che si manifestino vertigini, formicoli o uno shock anafilattico in acqua. Individuata la zona colpita, risulta buona regola sciacquarla con l’acqua salata per diluire e rimuovere del tutto le tossine presenti sulla superficie della pelle. La ferita non deve essere toccata con le mani, le quali a contatto con gli occhi, potrebbero scaturire una fastidiosa reazione urticante. Inoltre, non bisogna seguire la credenza popolare secondo la quale l’urina o la sabbia calda siano un rimedio efficace, anzi queste azioni potrebbero solo peggiorare l’infiammazione. A questo punto bisogna recarsi nella farmacia più vicina per acquistare un prodotto a base di cloruro d’alluminio, sostanza in grado di alleviare il prurito e fermare la diffusione della tossina che potrebbe far gonfiare la parte coinvolta. In aggiunta è anche possibile disinfettare la puntura applicando sull’ustione una miscela di acqua e bicarbonato, da evitare invece gli impacchi di ghiaccio. L’alternativa più ideale risulta essere il gel di aloe vera, caratteristico per le sue proprietà antiinfiammatorie, cicatrizzanti e rigenerative.
Nel caso in cui i sintomi dovessero persistere e peggiorare, diviene doveroso accorrere in Pronto Soccorso.
Prevenire le meduse
La trasparenza delle meduse rende questi animali difficili da individuare. Spesso però nelle spiagge possono esserci dei cartelli di avvertenza che avvisano del pericolo. Di buona norma, prima di buttarsi in acqua, sarebbe necessario osservare attentamente il mare. Per assicurarsi di non essere punti esistono però alcune soluzioni ideali: applicare una crema antimeduse in grado di protegge la pelle in caso di contatto, oppure acquistare delle tute di Lycra o Nylon apposite per difendersi dalle meduse.