Argomenti trattati
La correlazione tra disturbi dell’umore e quantità di luce, è già nota, sopratutto se il cambiamento di intensità luminosa è dato dal cambio di stagione.
I cambi di stagione infatti rappresentano un momento critico per molte persone per quanto riguarda il benessere psicofisico, in modo particolare la diminuizione di luce data dall’autunno è legata a molti disturbi dell’umore, quali malinconia, tristezza, sonnolenza, ansia, irritabilità e altri ancora.
Tutto questo ha delle spiegazioni scientifiche basate su degli studi, vediamone le conclusioni.
Correlazione tra quantità di luce e umore: le cause biologiche
I neuroscienziati hanno dimostrato da anni che esiste una correlazione tra diminuzione del tono dell’umore e diminuzione del numero di ore di luce solare.
La luce infatti regola una serie di funzioni del nostro organismo indispensabili per mantenere un buon equilibrio fisico e psicologico come il sonno, l’appetito, il tono dell’umore e il desiderio sessuale. In pratica funziona come un timer che sincronizza il ciclo sonno/veglia e controlla la produzione di alcuni ormoni.
Degli studi svolti nei Paesi nordici (dove le ore di luce solare sono inferiori rispetto alle nostre latitudini), hanno dimostrato la stretta correlazione tra la carenza di luce solare e la minore produzione di serotonina, ossia il neurotrasmettitore del cervello detto anche “ormone del benessere e del buon umore”, associata all’innalzamento dei livelli di melatonina, il cosiddetto “ormone del sonno”.
“La luce e gli ambienti luminosi influiscono sul nostro umore, sul nostro benessere psico-fisico e quindi sulla nostra vita. Sia diretta che riflessa, la luce stimola la produzione di serotonina, quello che è conosciuto da tutti come il neurotrasmettitore della felicità.”
“Pertanto, quando i giorni si accorciano e diventano più bui, aumenta anche il livello di melatonina che, sostituendosi alla serotonina, può portare sonnolenza, apatia e alterazioni dell’umore”, spiegano gli esperti.
La correlazione tra umore e quantità di luce può creare diversi disturbi: i sintomi
Al cambio di stagione, in autunno, quando le giornate si accorciano e diventano generalmente più buie e si hanno meno occasioni di stare all’aria aperta, possono subentrare diversi sintomi e disturbi dell’umore associabili alla diminuizione di luce nelle nostre giornate.
Vediamo quali sono i principali:
- diminuita voglia di fare ed aumentata apatia generale,
- aumentata voglia di dormire, stato di sonnolenza continua,
- ricerca di cibi più appaganti e ricchi di calorie.
Tutto questo ha un nome e non è niente di preoccupante o irrisolvibile se si presenta con il cambio di stagione: si tratta del disturbo affettivo stagionale (Das).
Tuttavia questo disturbo, se protratto nel tempo, può presentare anche sintomi più severi e invalidanti a cui prestare attenzione:
- difficoltà nello svegliarsi la mattina,
- nausea,
- tendenza a mangiare e dormire eccessivamente (con conseguenti aumenti di peso ed obesità con patologie annesse),
- l’astenia,
- difficoltà nel concentrarsi e nell’eseguire compiti,
- asocialità nei confronti di parenti e amici,
- calo del desiderio sessuale.
Le persone che presentano questo tipo di disturbo anche nei mesi estivi e primaverili, mostrano il classico quadro depressivo che può includere ansia, insonnia, irritabilità, perdita di appetito oltre ed in alternativa ai sintomi già elencati. In tal caso sarà bene rivolgersi ad un terapeuta.
La correlazione tra umore e quantità di luce può creare disturbi: la terapia naturale e suggerimenti
Alcune persone sono più sensibili di altre a queste variazioni luminose e climatiche, motivo per cui sono state studiate varie modalità d’intervento e di cura per compensare la mancanza di luce.
Tra tutte, la più efficace è risultata essere la terapia della luce, che ha dimostrato di avere esiti molto simili a quelli della maggior parte dei farmaci antidepressivi.
La terapia della luce ha una durata che può variare tra le 2 alle 4 settimane in base all’entità del disturbo e si basa, appunto, sull’impiego di una fonte di luce brillante che il paziente non deve necessariamente guardare ai fini dell’efficacia del trattamento.
Consiste nell’esposizione quotidiana ad una luce filtrata di intensità pari a 10.000 lux emessa da una particolare lampada ed è sufficiente sedersi a una distanza tra 50 e 70 centimetri dalla fonte luminosa con gli occhi aperti mentre si possono continuare a svolgere le normali attività quotidiane, come il lavoro d’ufficio, per esempio.
Riprendendo dunque il concetto che “La luce e gli ambienti luminosi influiscono sul nostro umore, sul nostro benessere psico-fisico e quindi sulla nostra vita. Sia diretta che riflessa, la luce stimola la produzione di serotonina, quello che è conosciuto da tutti come il neurotrasmettitore della felicità.” è in ogni caso consigliabile, per chi tende a soffrire di questi disturbi correlati alla carenza di luce, rendere il più possibile luminoso l’ambiente in cui viviamo e lavoriamo, e le zone delle stanze in cui trascorriamo più tempo.
Inoltre è consigliato trascorrere più tempo all’aria aperta svolgendo attività motoria alla luce del sole, anche in autunno e inverno.