Il metapneumovirus umano è un virus a RNA che viene classificato nella sottofamiglia Pneumovirinae della famiglia Paramyxoviridae. Ma quanto dura, quali sono i sintomi e la cura? Scopriamolo.
Metapneumovirus: sintomi e durata
Il metapneumovirus umano (hMPV) è un virus che provoca un ampio spettro di malattie respiratorie. In particolare, l’infezione da HMPV ha caratteristiche cliniche che vanno dalle infezioni lievi del tratto respiratorio superiore alle infezioni del tratto inferiore complicate, che portano a bronchiolite e polmonite pericolose per la vita, in tutte le fasce di età.
ll metapneumovirus rappresenta l’agente eziologico di circa il 10% delle bronchioliti e delle polmoniti infantili. Questo virus è secondo solo al virus respiratorio sinciziale (RSV) come la causa più comunemente identificata di infezioni del tratto respiratorio inferiore in età pediatrica.
Il metapneumovirus è un virus onnipresente, può colpire qualsiasi fascia d’età e viene rilevato durante tutto l’anno, con un picco di incidenza dal tardo inverno all’inizio della primavera, dopo il picco stagionale di RSV e influenza.
Nell’emisfero settentrionale, il picco hMPV tende ad essere da gennaio a marzo; nell’emisfero sud il picco va da giugno a luglio. La reinfezione da hMPV è comune e possibile per tutta la vita, con tassi uguali a quelli dell’infezione iniziale. Ma come si manifesta?
Nella maggior parte dei casi, i sintomi clinici delle infezioni da metapneumovirus umano sono simili a quelli osservati con l’infezione da virus respiratorio sinciziale (RSV). I più comuni includono:
Febbre
Tosse
Naso che cola (rinorrea)
Mal di gola
Dispnea
Tachipnea
Retrazione toracica
Respiro sibilante.
La durata media della febbre durante l’infezione da metapneumovirus è di 10 giorni.
Metapneumovirus: cura dell’infezione
Non esiste alcun antivirale specifico, quindi i pilastri del trattamento per il metapneumovirus consistono sostanzialmente in misure di supporto:
Ai pazienti con febbre vengono somministrati farmaci antipiretici come paracetamolo e ibuprofene;
in caso di disidratazione (carenza di liquidi) si procede all’idratazione dei liquidi per via endovenosa;
nei casi più severi è possibile dover ricorrere a supplementazione di ossigeno (come cannula nasale o, in alcuni pazienti, addirittura ventilazione meccanica in caso di insufficienza respiratoria acuta).
Nel complesso il metapneumovirus umano ha comunque una buona prognosi; anche nei casi più severi a patto di disporre di una tempestiva assistenza ospedaliera è ragionevole aspettarsi un pieno recupero.
Possono tuttavia verificarsi nuove infezioni, a testimonianza del fatto che l’organismo non è in grado di sviluppare un’immunità di lunga durata al virus.