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Con la pubblicazione del primo studio approfondito degli effetti del Ritalin sui bambini tra i 3 e i 5 anni il dibattito sull’ADHD si è riacceso. I sostenitori dello studio (e dell’utilizzo del Ritalin) interpretano i risultati affermando che questa cura è sicura in determinate circostanze. Coloro che condannano l’uso di un medicinale simile all’anfetamina per curare bambini così piccoli la vedono molto diversamente. Innanzitutto, spieghiamo cos’è l’ADHD, il disturbo da deficit della concentrazione e iperattività.
ADHD
Varie fonti governative e private affermano che circa il 5-8% dei bambini in età scolare e circa il 3% di quelli in età prescolare sono affetti da ADHD. Le cause e il meccanismo del disturbo non sono tuttora chiari. Ma i ricercatori credono abbia a che fare con qualche malfunzionamento nel processo di comunicazione del cervello. Pare che un neurotrasmettitore – il mezzo chimico grazie al quale i segnali vengono trasmessi tra le varie parti del cervello – non trasmetta bene i segnali dalla parte del cervello che controlla l’abilità di concentrarsi e gli impulsi. Il risultato è un’estrema iperattività, un’incapacità di concentrazione e un basso controllo degli impulsi.
Il Ritalin
Il Ritalin, il marchio di ciò che è comunemente chiamato metilfenidato, diminuisce questi sintomi nelle persone affette da ADHD.
Il metilfenidato è uno stimolante. Anche se sembra strano che uno stimolante possa calmare qualcuno, pare che funzioni per le persone affette da ADHD. Non si sa bene il perché. Potrebbe essere che al cervello manchino delle sostanze chimiche che “spengano” la stimolazione, con il risultato che non è in grado di calmarsi, e quindi l’aggiunta di uno stimolante esterno in qualche modo aiuta il cervello a “rilassarsi”. Sono solo delle supposizioni. Ciò che è certo è che il Ritalin, uno stimolante dalla struttura simile alla cocaina e i cui effetti sono descritti come a metà tra la caffeina e la metanfetamina, allevia i sintomi dell’ADHD.
È sicuro?
Al momento, è legale somministrarla ai bambini sopra i 6 anni, ma le statistiche dimostrano che i medici ne prescrivono a migliaia anche per bambini più piccoli. Ecco in che chiave si presenta lo studio fatto dall’Istituto Nazionale di Salute Mentale: è il primo studio sugli effetti del metilfenidato sui bambini in età prescolare.
Lo studio ha inizio con la ricerca di 303 bambini affetti da ADHD tra i 3 e i 5 anni. La prima parte della ricerca, prima dello studio clinico, ha compreso 10 settimane di terapia comportamentale. Circa metà dei bambini sono stati ritirati dallo studio dai genitori dopo la fase iniziale. Secondo i ricercatori, la riduzione del numero è dovuta al successo della terapia comportamentale o al rifiuto da parte dei genitori di includere i bambini nella parte della ricerca che comprende le medicine.
Durante lo studio clinico, 138 bambini hanno assunto Ritalin per un anno, in varie dosi. In media si trattava di 14 mg al giorno. È metà della dose che si dà ai bambini dai sei anni in su. I risultati hanno dimostrato che l’uso del Ritalin ha aumentato la concentrazione e ridotto le azioni impulsive nei bambini tra i 3 e i 5 anni. Ha mostrato anche che ha rallentato la crescita dei bambini (sia nel peso che nell’altezza) rispetto alla media di quell’età. L’11% dei bambini ha abbandonato lo studio prima che finisse a causa di effetti collaterali non tollerabili, tra cui l’insonnia, perdita estrema di peso, costante nervosismo.
Lo studio si sbaglia?
Gli autori dello studio hanno concluso che è sicuro usare il Ritalin per curare i bambini in età prescolare, ma che genitori e medici devono considerare i pro e i contro. Gli effetti collaterali, come l’insonnia e la perdita di peso, sembrano peggiorare nei bambini piccoli. Per questo il Ritalin dovrebbe essere utilizzato solo in casi estremi.
Queste conclusioni sono messe in discussione e contestate da altri membri della comunità scientifica. I loro problemi con lo studio riguardano soprattutto questi fattori:
- Almeno alcuni dottori (se non tutti), che hanno condotto lo studio, sono stati pagati dalle compagni farmaceutiche che vendono il Ritalin. Alcuni sono stati pagati per parlare alle conferenze delle case farmaceutiche dei benefici del Ritalin, per esempio.
- Lo studio è incredibilmente ristretto. 183 soggetti non sono abbastanza per trarre delle conclusioni.
- Lo studio non indica cosa succede ai bambini oltre l’anno di trattamento. Dato che si tratta di un’età che è il cuore dello sviluppo, dovrebbe essere condotto uno studio più a lungo termine. Così potremmo capire quali sono i veri risultati dell’uso di questo medicinale.
I ricercatori che hanno condotto lo studio, dal canto loro, affermano di voler continuare a seguire i soggetti. Ulteriori risultati degli effetti del Ritalin in termini di sviluppo del cervello e del corpo saranno disponibili tra qualche anno.