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I semi di cannabis sono sempre più ricercati. La cannabis è una sostanza che può creare dipendenza, ma può portare anche grandi benefici, a seconda del suo utilizzo. Scopriamo insieme tutto quello che c’è da sapere.
Semi di cannabis: proprietà e benefici
I semi di cannabis sono sempre più ricercati: vengono anche utilizzati in cucina e hanno un valore nutrizionale completo. Sono composti da proteine, in combinazione con tutti gli 8 aminoacidi essenziali, hanno un valido apporto vitaminico e di sali minerali e sono composti anche da grassi insaturi, come gli omega 6 e gli omega 3. L’alta presenza degli acidi polinsaturi li rendono preziosi per combattere e prevenire vari disturbi, come l’arteriosclerosi, i disturbi cardiovascolari, il colesterolo, l’artrosi, le malattie del sistema respiratorio, gli eczemi e l’acne. Sono una medicina naturale che può aiutare a prendersi cura del proprio benessere, senza effetti naturali. La cannabis può creare dipendenza e per questo il dibattito sull’argomento è sempre aperto, con due posizioni nettamente in contrasto. Da una parte chi considera la cannabis un utile aiuto medico, viste le proprietà farmacologiche, e dall’altra chi considera i benefici sopravvalutati, mentre ritiene i rischi e i danni non trascurabili.
Semi di cannabis: i benefici
Oltre ai benefici nutrizionali, ci sono studi che hanno evidenziato che i semi di cannabis hanno grandi effetti positivi sulla salute. È stato dimostrato che migliorano la salute del cuore e dell’apparato cardiovascolare, riducendo il rischio di aritmie e malattie cardiovascolari. Gli effetti antiossidanti sono neuroprotettivi, antinfiammatori e riescono ad aiutare il sistema immunitario, proteggendo anche il cervello. Riescono a ridurre le infiammazioni nell’organismo, aiutando a gestire i sintomi delle malattie croniche, come artrite, diabete e cardiopatie. Inoltre, alleviano l’artrite reumatoide, malattia cronica autoimmune che colpisce le articolazioni. I semi hanno un effetto positivo anche sulla pelle. Sono una protezione contro l’acne e hanno un alto potere antinfiammatorio che potrebbe essere utile contro la dermatite atomica.
Cannabis: dove è efficace e quali sono i rischi
In una revisione di oltre 10 mila studi, come riportato da Focus, è stato confermato che la cannabis è un trattamento particolarmente efficace per il dolore cronico, soprattutto quello dovuto a malattie come la sclerosi multipla. La cannabis è considerata un farmaco valido e anche più sicuro rispetto ai farmaci oppioidi. È molto efficace anche per contrastare e alleviare gli effetti collaterali della chemioterapia. Ci sono anche prove, meno evidenti, che la cannabis possa migliorare i disturbi del sonno dei pazienti affetti da alcune malattie. Un’altra evidenza limitata riguarda i possibili effetti positivi sull’appetito e la gestione del peso dei malati di Aids, sui sintomi della sindrome di Tourette o sul disturbo d’ansia.
Per quanto riguarda i rischi, la revisione svela che chi fuma la marijuana, che è considerata “meno pericolosa” di altre droghe, può andare incontro a bronchite o altri sintomi respiratori. In generale si ritiene che chi la consuma abitualmente possa avere un maggiore rischio di psicosi e schizofrenia, mente se a consumarla sono le donne incinte il rischio è quello di far nascere un bambino sottopeso. Tra i rischi sopravvalutati, si parla di un possibile peggioramento dei sintomi di depressione o di ansia e che possa peggiorare l’apprendimento, la memoria e l’attenzione.