Lo zucchero è presente in tutte le case e in molti degli alimenti che si assumono normalmente, come un succo, una merendina ma anche semplicemente un frutto. Chimicamente lo zucchero appartiene alla categoria dei carboidrati. Quest’ultimi infatti si suddividono in semplici (fruttosio, glucosio, lattosio e maltosio) e complessi (per esempio l’amido presente in pane e pasta). Ognuno di questi zuccheri semplici al gusto può apparire più o meno dolce, per esempio infatti il fruttosio è più dolce del saccarosio che però è più dolce del lattosio. Dal punto di vista nutrizionale invece il nostro organismo utilizza gli zuccheri come fonte di energia immediatamente disponibile. La quantità di zuccheri nel sangue è indicata negli esami dalla glicemia, dopo un pasto per esempio avremo un aumento della glicemia mentre se passa troppo tempo tra un pasto e l’altro la glicemia si abbassa e si inizia a sentire un certo appetito. Inoltre gli zuccheri sono molto importanti anche per il nostro sistema cerebrale infatti il cervello li utilizza come fonte di energia principale.
“Senza zuccheri aggiunti”: il significato
Nonostante quindi gli zuccheri siano fondamentali per il corretto funzionamento del nostro organismo negli ultimi anni è iniziata una vera e propria battaglia contro di essi. Infatti, poiché sono presenti in molti alimenti, è facile superare il limite giornaliero incorrendo in alcuni pericoli per la salute come problemi all’apparato cardio-circolatorio, diabete o obesità. Ovviamente le aziende alimentari si sono allineate alla richiesta sempre più crescente di cibi privi di zuccheri e ad oggi è possibile trovare in qualunque supermercato una vasta scelta. Il Regolamento del Parlamento Europeo e del Consiglio n. 1924/2006 ha chiarito definitivamente quali devono essere i requisiti che il prodotto deve soddisfare affinché si possa apporre sull’etichetta una scritta in riferimento alla quantità di zuccheri. Se il prodotto contiene meno di 5 g su 100 g di zucchero allora è possibile definire l’alimento “a ridotto contenuto di zuccheri” mentre si definisce “senza zuccheri” se vi sono meno di 0,5 g di zucchero ogni 100 g di prodotto.
Come leggere l’etichetta
Negli ultimi tempi è possibile girando per i vari supermercati notare molti prodotti con la scritta “senza zuccheri aggiunti”. Questo potrebbe indurre il consumatore a pensare che l’alimento sia privo di zuccheri creando quindi una situazione ambigua e ingannevole (tanto che molte aziende sono state multate per l’abuso di tale frase). Questa dicitura può essere applicata solamente a quei prodotti a cui non è stato aggiunto non solo lo zucchero, inteso come saccarosio, ma anche qualunque altro tipo di dolcificante. In alcuni prodotti infatti veniva aggiunto il succo di diversi concentrati di frutta, come l’uva o la mela, che costituiscono essenzialmente uno sciroppo e quindi zuccheri semplici (glucosio e fruttosio). Se prendiamo come esempio un succo composto al 100% da frutta, questo sarà “senza zuccheri aggiunti” se nel procedimento non è aggiunto nessun tipo di zucchero o dolcificante anche se comunque saranno presenti gli zuccheri naturali della frutta. É quindi fondamentale leggere attentamente l’etichetta di qualunque prodotto si acquisti e controllare in particolare la tabella nutrizionale. Se in particolare l’alimento è indicato come “senza zuccheri aggiunti” sarà necessario controllare che non vi siano neanche edulcoranti o concentrati di succhi ricordando però che “senza zuccheri aggiunti” non è l’equivalente di “senza zuccheri” e quindi non è detto che quel prodotto sia quello più adatto alle vostre esigenze.