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Oltre 20 milioni di persone nel mondo son colpite da scompensi o insufficienze cardiache, condizioni patologiche in cui il cuore non lavora in modo adeguato e non riesce a pompare la quantità necessaria di sangue.
In Italia si stima che questo tipo di patologie riguardi fino ad un milione di persone e si è calcolato che 1 persona su 5 è a rischio di sviluppare scompensi cardiaci.
A seconda della gravità della malattia, sono disponibili diverse opzioni di trattamento, dallo stile di vita, al trattamento farmacologico, fino all’impianto, nei casi più gravi, di pacemaker o defibrillatori impiantabili (per la terapia di risincronizzazione cardiaca).
Quando però nessuno dei sistemi sopra elencati è sufficiente, nelle fasi avanzate, vengono utilizzati dei sistemi di supporto cardiaco, detti anche pompa cardiaca o dispositivi di assistenza ventricolare (VAD – Ventricular Assist Device).
Sistema di supporto cardiaco VAD: cos’è?
Un dispositivo di assistenza cardiaca (o ventricolare) VAD, è un dispositivo elettromeccanico il cui obiettivo è quello di aiutare la circolazione e funzione cardiaca
Il VAD, il sistema di supporto cardiaco, si utilizza di norma nello stadio terminale dell’insufficienza cardiaca per mantenere il paziente in vita e in salute in attesa di trapianto.
Grazie alla tecnologia che ha reso questi dispositivi sempre più piccoli ed efficienti, possono essere utilizzati anche come terapia permanente per quelle persone che non possono ricevere trapianti per condizioni mediche o età avanzata.
Questo dispositivo consiste in una pompa meccanica che sostituisce la funzione di un ventricolo o di entrambi, e viene impiantato nella punta del cuore.
Come funziona?
Il supporto cardiaco VAD agisce aspirando il sangue ricco di ossigeno dal ventricolo e lo fa confluire nell’aorta attraverso un passaggio artificiale. Il tutto grazie ad una pompa controllata da un unità posta all’esterno del corpo ed è alimentato da una batteria, anch’essa posta esternamente.
Pur sostituendo la funzione cardiaca compromessa, si distinguono da un cuore artificiale che invece sono progettati per sostituire il cuore anche fisicamente.
I sistemi di supporto cardiaco VAD si distinguono in pompe pulsatili, che imitano la naturale azione cardiaca, e pompe a flusso continuo. Queste ultime si sono dimostrate più durevoli oltre ad essere più piccole.
Effetti collaterali e rischi
Come in tutti gli interventi chirurgici a cuore aperto, i rischi sono molteplici: il sanguinamento è la complicanza post operatoria più comune dopo l’impianto di un VAD.
Tra gli altri, vi sono concreti rischi di infezioni, insufficienza polmonare, insufficienza cardiaca destra, trasmissioni virali. Tutte complicanze che potrebbero precludere il trapianto o rivelarsi fatali.
Il trattamento delle infezioni cardiache da VAD si rivelano estremamente difficili da trattare e non sempre l’esito è positivo nonostante le cure adeguate.
La complessità della procedura di impianto, e il dispositivo VAD stesso, oltre a favorire sanguinamento cardiaco, possono contribuire al manifestarsi di gravi coagulopatie a causa del contatto del flusso sanguigno con una superficie non biologica, portando il soggetto a rischio di ictus e immunosoppressione.
Si interviene pertanto con misure anticoagulanti e profilassi contro infezioni batteriche, fungine e virali.