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La tisana di meliloto è una bevanda utile a contrastare diversi disturbi. Scopriamone insieme le caratteristiche e le proprietà.
Tisana di meliloto: le proprietà
Il meliloto, noto anche come erba vetturina, appartiene alla famiglia delle Fabaceae ed è molto diffusa in Italia.
La pianta viene utilizzata per preparare una tisana ricca di sostanze benefiche. Le foglie e i fiori del meliloto, infatti, hanno una buona concentrazione di flavonoidi, tannini e cumarine, che favoriscono il drenaggio linfatico.
La pianta esercita anche una preziosa azione vaso-protettiva sulle pareti delle vene, per questo viene spesso consigliata nei casi di insufficienza venosa e linfatica, in presenza di edemi e gonfiori alle gambe, cellulite, vene varicose, gambe pesanti e flebiti.
La tisana di meliloto ha anche proprietà antinfiammatorie e svolge un’azione leggermente sedativa. Inoltre, la bevanda è ottima per contrastare i disturbi digestivi, specie se accompagnati anche da altri disturbi come insonnia, agitazione e cefalea.
La tisana esercita anche un’ottima attività cicatrizzante, è utile per curare le emorroidi, la perdita di sangue dal naso e problematiche del ciclo femminile, come mal di testa, ciclo irregolare e abbondante e vampate in menopausa.
Tisana di meliloto: come prepararla
Preparare la tisana di meliloto è molto semplice. Basta utilizzare un cucchiaio raso di foglie essiccate della pianta da mettere in infusione in una tazza d’acqua bollente. Trascorsi 10 minuti, filtrate il liquido e bevetelo per godere di tutti i suoi benefici.
Tisana di meliloto: le controindicazioni
La tisana di meliloto è sconsigliata in gravidanza e allattamento.
Bisogna fare attenzione alle dosi che si utilizzano, perché un eccesso può provocare mal di testa, nausea, vomito e debolezza.
Il meliloto, per via delle sue proprietà fluidificanti, non è adatto a chi ha problemi al fegato. Inoltre, le cumarine possono provocare irritazione gastrica e nausea.
Infine, è importante che la pianta sia essiccata molto bene, perché con l’umidità può sviluppare una muffa che trasforma le cumarine in dicumarolo, una sostanza tossica utilizzata come topicida, e che interferisce con la coagulazione.