Tumore dell’esofago: cos’è, quali sono le cause e le terapie

Il tumore dell'esofago è uno dei cancri maggiormente diffusi nella popolazione; molteplici sono i suoi sintomi, le sue cause e le possibilità di cura.

Il tumore dell’esofago colpisce principalmente gli uomini dopo i 60 anni e rappresenta uno dei cancri più diffusi al mondo. Data la sua aggressività risulta spesso mortale, ma nonostante ciò sono previste delle cure differenti a seconda dei casi. Un comportamento specifico potrebbe prevenire questa malattia, limitare i suoi danni, o evitare la sua espansione se risulta ancora in uno stato iniziale.

Cos’è il tumore dell’esofago

Grazie all’esofago gli alimenti consumati vengono condotti dalla gola allo stomaco. Questo organo dell’apparato dirigente è ricco al suo interno di ghiandole mucose che favoriscono il passaggio del cibo ingerito, mentre all’esterno è rivestito da un tessuto muscolare. Se le cellule che costituiscono le ghiandole, o le cellule che rivestono la parete interna dell’esofago, subiscono una crescita anomala e incontrollata, si verifica il tumore dell’organo stesso. A seconda delle cellule coinvolte possono classificarsi tre tipi di tumori differenti:

  1. Carcinoma a cellule squamose, colpisce prevalentemente la parte centrale e la parte alta dell’esofago. È il tipo di tumore maggiormente diffuso.
  2. Adenocarcinoma, colpisce prevalentemente la parte bassa dell’esofago e nasce nelle ghiandole muco-secernenti.
  3. Linfoma e sarcoma, questo tipo di tumore è presente in una percentuale meno diffusa.

Tumore dell’esofago: cause

Spesso risulta complicato acquisire consapevolezza del tumore dell’esofago, nella maggior parte dei casi, infatti, non si manifestano dei sintomi chiari e indicatori nella fase iniziale, la quale permette una cura sicura. Al contrario, in uno stadio avanzato della malattia risulta problematico deglutire e ingerire correttamente gli alimenti e i liquidi, seguono inevitabilmente rigurgito e perdita di peso. Inoltre, può manifestarsi anche un’alterazione del tono della voce e tosse soffocante in seguito ad un riversamento di liquido nel rivestimento dei polmoni.
Le cause che motivano la comparsa del tumore dell’esofago sono multifattoriali e si distinguono a seconda del soggetto:

  • Fattori genetici: il tumore in forma di carcinoma si manifesta spesso negli individui affetti da tilosi palmare e palmare, una inconsueta malattia ereditaria.
  • Fattori infiammatori: l’infiammazione cronica dell’esofago, conosciuta come esofagite peptica, se non curata in tempo può trasformarsi in un tumore.
  • Alcol e fumo: queste due sostanze sono determinanti per la formazione del tumore dell’esofago. Infatti, i fumatori hanno una probabilità fino a dieci volte superiore di contrarre il cancro. Per prevenire quindi diviene fondamentale eliminare del tutto questi elementi.
  • Alimentazione: lo scarso consumo di alimenti genuini come frutta e verdura, risulta dannoso per la salute. Al contempo, anche la ricca assunzione di cibi spazzatura e di cibi grassi diviene pericolosa. Esistono di fatto alcuni cibi ideali per la prevenzione del tumore.

Tumore dell’esofago: cure

Le tecniche diagnostiche utilizzate dai medici per determinare la presenza del tumore dell’esofago possono essere costituite da TAC, Ecoendoscopia, o da Tomografia a Emissione di Positroni, conosciuta come PET.
Per curarlo, invece, si utilizzano alcune terapie che nell’ultimo decennio hanno subito vantaggiose evoluzioni:

  • Chirurgia: l’esofago può essere asportato completamente o solo in parte attraverso un intervento lungo e complicato. Questa operazione in alcuni casi può essere affiancata da un trattamento integrativo che comprende anche chemio e radioterapia pre o post intervento.
  • Chemio e Radioterapia: alcuni pazienti risultano non operabili se presentano il tumore in una forma troppo avanzata. Di conseguenza è necessario intervenire esclusivamente con radio e chemioterapia per salvaguardare la vita del paziente.
  • Terapie endoscopiche: questo trattamento è utilizzato se il tumore compare in uno stadio preliminare. Permette di evitare l’esportazione dell’organo e comporta un tasso basso di complicazione.

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