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L’orgasmo maschole è forse uno degli argomenti più dibattuti nei contesti più disparati: ne parlano tutti dal pettegolezzo all’analisi medica statistica. Scopriamo insieme quindi tutte le informazioni su questo argomento che non avete ma avuto il coraggio di chiedere.
Le teorie riguardo la nascita e l’adattamento biologico-antropologico dell’orgasmo sono numerose. Qui esponiamo quella che riteniamo più divertente e – forse – più veritiera.
Teoria del sottoprodotto
I sostenitori della teoria del sottoprodotto paragonano l’orgasmo femminile ai capezzoli maschili. Nel momento in cui i feti si sviluppano, sono tutti completi dei precursori anatomici dei capezzoli, sebbene questi offrano solo un vantaggio riproduttivo alle donne per nutrire i loro bambini.
Dal momento che è un tratto così favorevole, l’evoluzione non si è inoltrata nel problema di sradicare i capezzoli dalla popolazione maschile. In altre parole, gli uomini hanno i capezzoli perché le donne li hanno. Allo stesso modo, i tessuti del clitoride e del pene recano gli stessi elementi embrionali, sviluppandosi nell’uno o nell’altro nel momento in cui i tratti sessuali si sviluppano. I
l glande coperto, riempito di 8.000 terminazioni nervose, è solo l’estremità visibile della struttura interna del clitoride che si estende al di sopra e intorno alla vagina e si gonfia durante l’eccitazione in maniera molto simile al pene. Perciò, gli orgasmi femminili possono esistere perché l’anatomia del clitoride non si è trovata sotto alcuna pressione evolutiva per scomparire.
Studi scientifici
Un paio di studi del 2011 condotti da Brendan P. Zietsch presso la Australia’s University of Queensland esemplifica perché riconciliare i due campi – adattamento e sottoprodotto – sia rimasto implausibile. In uno studio della funzionalità dell’orgasmo in 1.457 gruppi di gemelle, Zietsch e i suoi colleghi non hanno trovato alcuna correlazione tra la funzionalità orgasmica femminile e altri 19 significativi tratti evolutivi, inclusi impulsività, comportamento sessuale rischioso e mascolinità. Un punto per la squadra del sottoprodotto.
In seguito, il gruppo di Zietsch ha condotto uno studio di controllo comparando la funzionalità orgasmica di gemelli di sesso opposto, dato che questi condividono identiche informazioni genetiche, ponendole ipoteticamente in uno stesso campo di gioco orgasmico. In base alla teoria del sottoprodotto, l’autovalutazione avrebbe dovuto risultare in gemelli che combaciassero nei tassi di orgasmo auto-valutati. Per i gruppi appartenenti allo stesso sesso, ciò si è verificato. Ma coppie fratello-sorella non hanno avuto una simile fortuna. Le sorelle ottenevano risultati inferiori a quelli dei fratelli, dando di fatto tanto di cappello nuovamente all’adattamento.
Le possibilità, in ogni caso, sono che la questione più scottante nella mente dei profani riguardo alle donne e al sesso riguardi non le sensazioni relative all’orgasmo, ma piuttosto i loro sottoprodotti.
Eiaculazione
Lo scettico ricercatore sul sesso Alfred Kinsey era curioso sull’eiaculazione come il collega successivo. Fortunatamente per lui, aveva le credenziali accademiche per risolvere la questione. Reclutando duecento volontari uomini nel suo laboratorio presso l’Università dell’Indiana negli ultimi anni 40, pose dei fogli sul pavimento e chiese agli uomini di masturbarsi, annotando quanto andasse lontano il loro fluido seminale. Il seme di lunga percorrenza del vincitore attraversò quasi otto piedi.
Come funziona nei maschi
Spinta da un certo numero di contrazioni pelviche, l’eiaculazione si muove attraverso l’uretra con una rapidità di 28 miglia all’ora (45 chilometri orari), in media. In seguito rallenta durante la sua fuga limitata, e una volta all’interno della vagina, la tipica eiaculazione, delle dimensioni di uno o due cucchiaini da tè, si distende in un lento progredire, timbrando il cartellino a 0,0011 miglia all’ora (0,0017 chilometri orari).
Cos’è contenuto in quell’elisir maschile? Sperma, ovviamente, ma è solo un ingrediente minore. Il fluido ricco di sostanze nutritive si origina primariamente nelle vescicole seminali – ghiandole maschili ricacciate vicino alla vescica e attaccate al vaso deferente – e si combina con secrezioni delle ghiandole prostatiche e del vaso deferente raccolte durante il viaggio eiaculatorio dello sperma.
Come funziona nelle femmine
Come se l’orgasmo femminile non fosse pieno di abbastanza problemi di imprevedibilità e dubbio perfino sul perché esista, l’esistenza dell’eiaculazione femminile è anch’essa oggetto di dibattito. In uno studio del 1950 pubblicato su The International Journal of Sexology, il ginecologo Ernest Grafenberg per primo ipotizzò che la stimolazione dei tessuti che circondano l’uretra femminile potesse favorire l’orgasmo accompagnato a un fluido simile a quello dell’eiaculazione. Sebbene la posizione del punto G omonimo di Grafenberg rimanga contraddittoria, l’evidenza scientifica conferma che le donne possano eiaculare – ma poche lo fanno.
Alternativamente note come prostata femminile, ghiandole parauretrali, e ghiandole di Skene, le condotte di questo tessuto possono rilasciare un fluido all’interno dell’uretra, che è poi espulso durante l’orgasmo.
Un’analisi del 1981 dell’eiaculazione femminile confermò che sebbene il liquido provenga dall’uretra, non coincideva con la composizione chimica dell’urina. Piuttosto, l’eiaculazione femminile ricorda di più l’eiaculazione maschile, contenendo in modo convincente antigene specifico della prostata e fosfatasi acida specifica della prostata, due proteine che compaiono nel seme. Studi di larga scala sono ancora necessari per determinare il tasso di diffusione dell’eiaculazione femminile e se questa serva a un qualche scopo oltre ad aggiungere ancora un’altra grinza alla funzionalità sessuale della donna.
Fingere l’orgasmo
Nel 1989 Nora Ephron rese pubblico sul grande schermo ciò che era già stato confermato in una serie di studi. In una delle scene più iconiche nella storia del cinema contemporaneo, la protagonista femminile di Ephron Sally Albright finge un orgasmo per il protagonista maschile Harry Burns durante il pranzo nell’ora di punta al Katz’s Deli di New York. E il difficile personaggio di Meg Ryan in “Harry ti presento Sally” non si trovava nemmeno in una minoranza statistica. Dai primi anni 70, la ricerca ha concluso ripetutamente che tra il 53 e il 65 percento delle donne eterosessuali avevano portato avanti un orgasmo contraffatto durante un intercorso vaginale.
La psicologa Erin Cooper della Temple University ha voluto comprendere meglio le motivazioni delle donne per fingere gli orgasmi. Ovviamente, è una parte accettata con riluttanza della cultura sessuale – sebbene solo il 20 percento degli uomini possa immaginare le loro partner portare avanti una simile beffa – ma qual è lo scopo?
In interviste del 2010 condotte con più di 300 studentesse universitarie, una scheggia del campione di popolazione ha raccontato a Cooper che la loro teatralità migliorava l’esperienza e innalzava la loro eccitazione – ma si trattava di un’eccezione alla regola del fingilo-per-amor-suo. Per il 67 percento di coloro che l’avevano fatto, l’altruismo era un fattore chiave principale dietro al kabuki in camera da letto. In particolare, le donne avevano paura di rendere meno maschili i loro partner tradendo la loro incapacità di lavorare il corpo femminile in una vera e propria frenesia.
Statistiche preoccupanti
Ma la vera bomba è atterrata nel novembre 2010, con la rivelazione che una proporzione discreta di uomini fingesse a sua volta l’orgasmo, sbattendo in faccia ad alcuni sessuologi che associavano così strettamente l’intercorso vaginale con l’orgasmo maschile, essi lo hanno ritenuto un punto discutibile.
La professoressa di psicologia della University of Kansas Charlene Muehlenhard ha sottoposto a un sondaggio circa 350 studenti e studentesse universitarie circa la finzione dell’orgasmo, e il 24 percento dei ragazzi è stato colto in flagrante. Gli uomini assumevano tattiche di finzione simili alle loro controparti femminili, come scimmiottare l’eccitamento sessuale. E in aggiunta al fatto che i profilattici proteggano da malattie sessualmente trasmissibili, gli stessi possono anche offrire agli uomini un bonus aggiuntivo di nascondere una mancanza di prova di eiaculazione. A differenza delle donne, comunque, la loro motivazione principale per le imitazioni era terminare il rapporto sessuale.
Questa relativamente elevata proporzione di popolazione sessualmente attiva che mette in atto falsi big bang potrebbe essere attribuita al raramente discusso, ma non così raro problema della disfunzione orgasmica.
Il Grande No
Per la cronaca, gli orgasmi non sono specificamente richiesti perché le persone apprezzino il sesso. Considerate, per esempio, il piccolo campione di studentesse universitarie della Temple University che affermavano che fingere l’orgasmo migliorava la loro eccitazione. Probabilmente non stavano indossando un’espressione felice per i ricercatori, perché nella stessa misura in cui gli orgasmi sono una sinfonia di risposte puramente fisiologiche, gli stati d’animo delle persone giocano anch’essi un ruolo di primo piano. Inoltre, è utile ricordare la stretta correlazione tra l’intimità emotiva tra i partner e la soddisfazione sessuale; relazioni più salutari predicono prospettive sessuali più felici, a prescindere dal fatto che i partner abbiano un orgasmo ogni volta.
Cionondimeno, la cultura sessuale ha a lungo valutato l’orgasmo come l’apice del piacere, ma molte donne specialmente non hanno mai raggiunto quelle vette. In effetti, tra il 10 e il 15 percento delle donne adulte non hanno avuto esperienza di un orgasmo, coincidendo così con la definizione clinica di disfunzione orgasmica primaria, nota anche come anorgasmia.
Perfino di più – tra il 33 e il 50 percento – sperano di poter avere più spesso un orgasmo. Sebbene la disfunzione femminile sia più prontamente patologizzata, le donne non sono sole nel sentirsi frustrate in camera da letto. Più del 31 percento degli uomini ha riportato a sua volta problemi sessuali, come disfunzione erettile ed eiaculazione precoce.
Problemi e disfunzioni sessuali
Squilibri ormonali, malattie croniche e farmaci, come gli antidepressivi, minano certamente la libido delle persone, ma la disfunzione orgasmica è altamente curabile. Per alleviare l’ansia associata al contatto sessuale, i terapisti potrebbero inizialmente raccomandare ai pazienti di conoscere se stessi prima di tutto.
Praticando la masturbazione in solitaria, le persone che soffrono di anorgasmia potrebbero comprendere meglio lo specifico incitamento fisico e mentale che i loro corpi desiderano. Inoltre, nelle relazioni, la mancanza di soddisfazione sessuale potrebbe essere sintomatica di una mancanza di comunicazione, piuttosto che una mancanza di potenziale fisiologico.
Sotto quella luce, non dovremmo preoccuparci della possibilità di non raggiungere un orgasmo; accade quasi a chiunque a un certo punto. Ciò che merita più attenzione e gusto, alla fine forse, è il duetto mentale e fisico che ci fa passare attraverso quel finale, imbarazzante fragore di piatti.