Entro il 2030 potrebbero essere già sul mercato i primi vaccini personalizzati a mRna contro cancro, malattie cardiovascolari e quelle autoimmuni. Ma come funzioneranno e cosa sono nello specifico? Ecco spiegato.
Vaccino contro il cancro: cos’è
Grazie anche all’esperienza derivata dai vaccini anti-Covid, la medicina ha fatto passi da gigante. Come anticipato entro il 2030, si prevede che sul mercato ci saranno i primi vaccini contro il cancro.
La notizia è stata riportata dal quotidiano inglese Guardian che cita l’annuncio dell’americana Moderna. Dopo i vaccini anti-Covid l’azienda farmaceutica sta lavorando a quelli contro il virus sinciziale e contro il melanoma.
Per entrambi i quali ha già ottenuto dall’Fda americana la breaktrough therapy, ovvero la procedura accelerata di approvazione. Da poco lo chief medical officer di Moderna ha affermato che in appena 5 anni l’azienda sarà in grado di offrire vaccini a mRna per diversi tipi di tumore e per “tutte le aree patologiche” tra cui il cancro.
L’azienda farmaceutica ha detto di: “Essere fiduciosa di poter avere pronti terapie a mRNA contro il cancro, le malattie cardiache, autoimmuni, respiratorie ed altre, tra cui malattie rare, entro il 2030”. E, ha aggiunto:
“A causa della pandemia da Covid-19 abbiamo imparato a conoscere il funzionamento del vaccino basato su Rna messaggero – nato proprio nell’ambito della ricerca di un vaccino contro il cancro – che ad oggi ha avuto un’accelerazione incredibile tanto che c’è chi ritiene che in un anno e mezzo si siano compressi i progressi di 15 anni”.
Ma in cosa consiste il vaccino contro il cancro? Parliamo di vaccini terapeutici (non preventivi), che insegnano al sistema immunitario a riconoscere il ‘nemico’, che sia questo un virus, un batterio, una cellula tumorale già presente o molecole alla base di altre patologie.
Questi vaccini non vanno bene per tutti ma saranno appunto personalizzati e realizzati su misura.
Vaccino contro il cancro: come funzionerà
Tramite biopsie e grazie a un algoritmo si identificano le mutazioni delle cellule tumorali che non sono presenti in quelle sane e che guidano lo sviluppo del tumore attivando il sistema immunitario.
L’informazione acquisita serve a sintetizzare in laboratorio l’Rna messaggero (mRna) con le istruzioni per innescare la risposta immunitaria.
Una volta iniettato il vaccino l’mRNA viene tradotto in parti di proteine identiche (antigeni) a quelle che si trovano sulle cellule tumorali. Oggi Moderna sostiene che siamo davvero vicini a portare tutto questo al prossimo step: la pratica clinica.
D’altronde l’azienda è nata proprio per fare vaccini contro il cancro e la tecnica dell’mRna era stata messa a punto “per studiare vaccini contro il cancro”. Quindi, nella comunità scientifica ci si aspettava che, finito il periodo peggiore della pandemia, si ripartisse con la ricerca contro il cancro.
Secondo il presidente Aiom, i vaccini a mRna contro il cancro sono “il futuro” ma soltanto se “combinati insieme a tutte le altre armi che abbiamo a disposizione”, come ad esempio l’immunoterapia.
“In oncologia non c’è mai una sola strategia ma la combinazione di vari attacchi alla cellula neoplastica è quella che potrebbe alla fine darci il risultato maggiore”, ha precisato Cinieri.